L’Europa che vogliamo e il volto del popolo democratico
È un’immersione nella vita delle persone, dei territori e delle comunità la campagna elettorale del Partito Democratico in vista delle elezioni europee dell'8 e 9 giugno. Un momento cruciale per l’Italia e per l’Europa, che restituisce anche a noi consigliere e consiglieri la bellezza di una politica in costante dialogo e confronto. Nelle piazze, ma anche nei mercati, tra i produttori locali e nelle aziende, visitando associazioni, comitati e realtà sociali, con comizi sui palchi o tra le persone, in piedi su una sedia o passeggiando in una piazza.
In palio non ci sono semplicemente delle percentuali associate alle sigle dei partiti. C’è il futuro e il presente di un continente che, dopo secolari guerre e sanguinosi scontri, ha saputo immaginarsi come comunità. E che oggi, in questo particolare momento storico, deve scegliere se fare un passo avanti o due indietro.
L’Europa che vogliamo, che vuole il Partito Democratico, è quella che emerge dal manifesto elettorale costruito attraverso un lavoro di confronto con le tante comunità che compongono l’Italia e che abbiamo attraversato nei mesi scorsi, proprio a partire dalla nostra Regione, con la prima tappa a Cassino.
Un’Europa sociale, che lotta contro le disuguaglianze, che è dalla parte delle donne, che garantisce salari adeguati, casa e cure a tutti e a tutte. Un’Europa sostenibile, capace di guardare ad una nuova politica energetica e industriale a partire dalla lotta ai cambiamenti climatici e dalla salvaguardia dell’ambiente. Un’Europa democratica, saldamente ancorata allo stato di diritto, che combatte ogni discriminazione, che accoglie e include, che scommette sulla cultura e sull’informazione libera. Un’Europa coraggiosa, che sa imboccare con decisione la strada di riforme necessarie a non strozzare il sogno comunitario nei veti incrociati degli interessi nazionali e anzi a stringere ancora di più i legami politici, culturali, sociali che ci uniscono. Un’Europa di pace, in grado di parlare con un’unica voce contro le guerre e di avere finalmente un ruolo nel contrasto ai troppi conflitti internazionali, vicini e lontani, che calpestano e distruggono vite umane, possibilità di sviluppo, amicizia tra i popoli.
Non un’Europa lontana, insomma. Ma vicina alle nostre vite, ai nostri territori, alle nostre comunità. Che è poi ciò che chiedono le tante persone che incontriamo ogni giorno.
A Roma nei tanti circoli PD dove iscritte e iscritti aprono le sedi per discutere e confrontarsi pubblicamente, per organizzarsi e riuscire a coinvolgere anche cittadine e cittadini sfiduciati e lontani dalla partecipazione democratica.
Nelle province, che accolgono la nostra segretaria Elly Schlein, insieme ai candidati e alle candidate delle elezioni di giugno e alle consigliere e ai consiglieri regionali, per percorrere città e aree interne, campagne e zone di montagna, per ascoltare il tessuto vivo di questa Regione. E per dire che se la speranza ha un colore, non può esser certo il nero dei nazionalismi e dei sovranismi, il loro desiderio di ritorno al passato, la società chiusa e ripiegata in se stessa che non è sinonimo di sicurezza, ma di povertà e di sconfitta.
Il colore del futuro dell’Europa è il quadro forte e competente delle liste del Partito Democratico, con candidate e candidati credibili, con provenienze ed esperienze diverse, tutte e tutti in campo per l’Europa che vogliamo, quella su cui abbiamo deciso di scommettere.
È un Partito Democratico davvero, insomma, quello che cammina insieme verso l’appuntamento dell’8 e del 9 giugno. Appassionato e prezioso, nel suo interrogarsi e nel suo impegnarsi ogni giorno. Per questo, le elezioni europee sono anche una bella occasione per tutte e tutti noi, per le consigliere e i consiglieri impegnati dentro il Consiglio regionale del Lazio e per quante e quanti invece si prendono cura dei quartieri e delle città, dei territori e delle comunità della nostra Regione.
L’Europa che vogliamo costruire ha il volto bello di questo popolo democratico.
Buona campagna elettorale, allora.
E buon voto a tutte e a tutti.
Marta Bonafoni