Santa Lucia: bene primo passo per la salvaguardia della struttura
Il via libera all’amministrazione straordinaria della Fondazione Santa Lucia accettata oggi, 10 settembre, dalla proprietà è un primo passo fondamentale verso una soluzione che salvaguardi il patrimonio di conoscenze ed esperienza nel campo delle cure e della ricerca sulla neuroriabilitazione rappresentato dalla Fondazione, i livelli occupazionali, la vocazione e l’interesse pubblico della struttura. L’impegno congiunto tra istituzioni, sindacati, lavoratori e lavoratrici, cittadinanza è stato e resta decisivo per raggiungere concretamente l’obiettivo di garantire un futuro a questo straordinario polo d’eccellenza che Roma e il Lazio vantano a livello nazionale e internazionale.
La Fondazione Santa Lucia, il più grande ospedale monospecialistico italiano per la neuroriabilitazione ospedaliera, in 30 anni ha assistito, curato e restituito speranza a tantissimi pazienti. Il fallimento della società e la conseguente chiusura avrebbero portato al licenziamento dei quasi 1000 dipendenti.
Ad agosto, dopo l'esito negativo della procedura di composizione del debito e l’intento da parte dei vertici della Fondazione di procedere all'avvio del piano di ristrutturazione soggetto a omologazione da parte del tribunale, i sindacati hanno fatto appello alle istituzioni locali e nazionali, a partire dalla Regione Lazio, perché si facessero parte attiva per garantire la continuità assistenziale per la popolazione, salvaguardare i livelli occupazionali e il mantenimento dei livelli salariali delle lavoratrici e dei lavoratori.
Per questo, dall’inizio della vertenza e fino ad oggi, abbiamo sempre ritenuto necessario adoperarci affinché un'eccellenza come quella del Santa Lucia mantenga il suo carattere pubblico escludendo la prospettiva di svendita ai privati. “Mi auguro – dichiarava Daniele Leodori all’annuncio da parte dei sindacati di un tavolo tecnico al Ministero delle Imprese e del Made in Italy - che il governo nazionale e regionale si possano attivare per garantire, ognuno con le proprie competenze, la continuità occupazionale e assistenziale per proteggere sia i lavoratori che i cittadini che dipendono dai servizi della Fondazione. È imperativo che la struttura venga mantenuta per preservare questo patrimonio di conoscenza e cure specializzate. Questa drammatica situazione rende evidente che la riduzione sempre maggiore del perimetro pubblico su un servizio essenziale, come il diritto alle cure e alla salute, abbia reso più fragile il servizio sanitario nazionale e regionale. Per questo è necessario adoperarsi affinché un'eccellenza come quella del Santa Lucia diventi un soggetto del Servizio Sanitario pubblico". “Far rientrare l’ospedale della Fondazione Santa Lucia nel patrimonio pubblico regionale – ha detto il 5 settembre 2024 Eleonora Mattia nel giorno in cui si riuniva il secondo tavolo tecnico al Ministero - significherebbe riconoscere il valore della sua fondamentale vocazione di servizio pubblico essenziale. Quale eccellenza della sanità laziale, infatti, la Fondazione Santa Lucia si è già distinta per la sua opera al servizio del Bene Comune, grazie alla professionalità, alla competenza e allo spirito di servizio delle sue lavoratrici e lavoratori che oggi rischiano di rimanere a casa, privando così i tanti pazienti del nostro territorio, e non solo, che finora hanno beneficiato della loro assistenza specializzata.
Sempre Eleonora Mattia il 30 agosto aveva già presentato un’interrogazione, sottoscritta da Mario Ciarla, per chiedere alla Giunta regionale quali iniziative intendeva intraprendere in merito.
Con queste convinzioni abbiamo quindi preso parte anche alla fiaccolata del 4 settembre che si è svolta a Roma, in Piazza Caduti della Montagnola, organizzata dalle sigle sindacali per rispondere alla richiesta di partecipazione e impegno per arrivare ad una soluzione che garantisca il patrimonio professionale, i livelli occupazionali e l’interesse pubblico del Santa Lucia.
In questi mesi siamo stati sempre al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori della struttura, dove abbiamo chiesto con forza di scongiurare il rischio di disperdere un patrimonio d’eccellenza della nostra Regione. In alternativa ci sarebbero state gravi ripercussioni sulla situazione occupazionale del personale impiegato e della tutela del diritto alla salute e di cure altamente specializzate e di qualità per la neuroriabilitazione che hanno reso questo ospedale un punto di riferimento negli anni a livello nazionale ed europeo sia per le prestazioni sanitarie offerte che nell’ambito della ricerca.
Questo primo risultato è un passo importante che dimostra ancora una volta il gioco di squadra del Partito insieme ai sindacati e le comunità che rappresenta.