Ilaria Salis va riportata in Italia. L’intervento in Consiglio del capogruppo Mario Ciarla
Presidente, colleghi,
desidero intervenire prima dell’inizio dei nostri lavori per sollecitare quest’Aula a farsi portavoce presso la Presidenza del Consiglio, il Ministero degli Esteri e della Giustizia, la Camera e il Senato della Repubblica, della necessità irrimandabile di intervenire ai massimi livelli politici e diplomatici con molta maggiore determinazione di quanta usata fino ad oggi perché sia garantito il rispetto dei diritti umani e civili di una nostra connazionale, Ilaria Salis, detenuta da quasi un anno in un carcere ungherese con l’accusa di aver rischiato di causare la morte di due neonazisti durante le proteste contro una manifestazione nazista a Budapest svoltasi l’11 febbraio 2023.
I due, che in quella circostanza riportarono solo lievi ferite, non hanno nemmeno sporto denuncia. In compenso Ilaria è stata arrestata e da allora detenuta in condizioni che violano tutte le normative giuridiche e comunitarie. Condizioni disumane, in uno spazio invivibile, con poco cibo, vestiti sporchi, senza sapone e ciò che serve per l’essenziale cura personale.
La sua vera colpa agli occhi del governo di estrema destra, illiberale e antidemocratico ungherese è quella di essere un’antifascista. Un’antifascista da punire come facevano i nazisti e i fascisti con i loro oppositori: carcere disumano, accuse infondate, processi farsa, pene del tutto sproporzionate. Oggi Ilaria rischia di rimanere in quel buco dove Viktor Orban ha deciso di buttarla esponendola in un’aula di tribunale in catene mani e piedi e tirata al guinzaglio come nemmeno un cane per umiliare lei e con lei anche il nostro Paese.
Dubito che a un cittadino americano sarebbe strato riservato lo stesso trattamento.
Sono immagini che non possono non provocare un’indignazione fortissima e generale, davanti alle quali ogni italiano e ogni europeo dovrebbe ribellarsi. Immagini che dovrebbero imporre la più dura reazione da parte dell’Italia in primis e dell’Europa tutta. Una reazione finora è stata davvero troppo blanda se solo due giorni fa Ilaria è apparsa in quelle condizioni. Condizioni che, lo apprendiamo oggi, Ilaria stessa aveva descritto già tempo fa in una lettera ignorata o del tutto sottovalutata da governo e ambasciata più preoccupati di non indispettire l’amico Orban che di tutelare una cittadina italiana e far rispettare il diritto europeo.
Come si permette un ministro della Repubblica di dichiarare di non aver visto immagini che sono sulle prime pagine di tutti i giornali? Non se lo può permettere!
La difesa dell’Italia e dei diritti umani e civili di ciascun italiano detenuto all’estero è un preciso dovere dello Stato che non può essere messo in discussione da rapporti di affinità politica tra governi, dall’amichettismo nero della premier italiana con il suo omologo ungherese. Meloni si ricordi che è la presidente del consiglio italiano prima che l’amica di Orban. Non si limiti a una telefonata di convenevoli, vada a Budapest per protestare di persona per come viene trattata e mostrata una cittadina italiana ed europea e riporti a casa questa nostra connazionale il prima possibile perché ogni giorno che passa la vita di Ilaria è sempre più in pericolo visto che il suo nome la sua faccia e il suo indirizzo sono su tutte le chat naziste d’Europa.
Voglio esprimere a Ilaria, alla sua famiglia, ai suoi amici, solidarietà e sostegno da parte del Gruppo del Partito Democratico del Lazio e chiedo a quest’aula di unirsi nella richiesta di un urgente e non differibile intervento per risolvere una situazione gravissima e inaccettabile che viola ogni principio e valore umano, civile, giuridico e democratico non solo di questo Paese ma di tutta l’Unione Europa e di cui da ogni paese membro, compresa l’Ungheria, va preteso rispetto e tutela.