Consultori pubblici: nel Lazio sono la metà di quelli previsti dalla legge

Dimezzati rispetto al reale fabbisogno dei territori, assediati dal 70% di obiettori di coscienza all’aborto e ora snaturati dall’ingresso delle associazioni Pro Vita imposto dalla destra al Governo: è questa, in sintesi, la drammatica situazione dei consultori pubblici nel Lazio emersa dalle stesse dichiarazioni della Giunta Rocca e degli Uffici regionali in risposta ad una mia interrogazione sullo stato di salute della rete dei consultori pubblici.
La risposta del Presidente Rocca, che ha la delega alla Sanità, conferma che i Consultori presenti nel Lazio sono 135, ovvero la metà di quelli previsti dalla legge. In base alle norme, infatti, dovrebbe esserci un consultorio ogni 20mila abitanti ma, considerando che, secondo i dati ISTAT nel Lazio ci sono 5,7 milioni di abitanti, significa che abbiamo invece solo un consultorio ogni 40mila abitanti.

Anche se il Presidente Rocca nella sua risposta alla mia interrogazione conta nel Lazio solo 4,4 milioni di abitanti, escludendo, erroneamente, gli ultra 64enni, visto che in base alla legge regionale i Consultori sono strumenti di tutela per la “persona in ogni età”, saremmo comunque ad un consultorio ogni 32.590 abitanti, quindi in una situazione di grave deficit rispetto ai parametri previsti per legge.

Nonostante questa carenza, come confermato dalla risposta del Presidente Rocca, il Piano di programmazione dell’Assistenza territoriale, approvato dalla sua Giunta nello scorso dicembre, non entra nel merito degli standard previsti dalla normativa vigente e non prevede alcun aumento del numero di consultori sul territorio. Non solo: alla mia richiesta di sapere quanti dei consultori siano dotati di una equipe multidisciplinare completa, composta da ginecologo, ostetrica, psicologo e assistente sociale, il Presidente Rocca si è limitato a rispondere che sono “la maggior parte”, senza fornire alcun numero. 

Inconsistente anche la risposta sulla percentuale sugli obiettori di coscienza all’Interruzione Volontaria di Gravidanza: il Presidente Rocca, limitandosi a citare una relazione del Ministro della Salute sull’attuazione della legge 194, risalente al 2021, ovvero a tre anni fa, afferma che su 239 ginecologi, circa il 69,7% sono obiettori (166 obiettori e solo 73 ginecologi non obiettori). Nessun dato fornito per gli anni 2022 e 2023. 

Risorse carenti e assenza di monitoraggio sulla qualità del servizio pubblico erogato indicano un’assenza d’interesse da parte della Regione su questa rete di strutture strategica non solo per le donne, le ragazze e i ragazzi, le future mamme o neomamme e i loro bambini, ma anche per la tutela di tutta la salute pubblica del Lazio, attraverso cioè l’attività di prevenzione, tra le altre cose, dei tumori femminili, delle malattie sessualmente trasmissibili e dell’attività di informazione ed erogazione sulle vaccinazioni nell’età infantile, oltre che spesso del contrasto alla violenza di genere, visto che in molti casi i consultori ospitano anche Sportelli Antiviolenza, proprio per la loro capacità di intercettare la popolazione femminile. 

Sempre più spesso la cronaca dai territori ci restituisce le storie di consultori chiusi, a rischio chiusura o ridimensionati. Ma per fortuna, il più delle volte, per ogni consultorio minacciato c’è una storia di resistenza, di un comitato di cittadine e cittadini o un Collettivo di mamme che lotta per difenderlo.

Aiutaci a conoscere lo stato di salute dei consultori pubblici nel Lazio! 

Quanto dista il consultorio pubblico più vicino a casa tua? Funziona bene?

Raccontaci la tua esperienza! Scrivi all’email: gruppopdlazio12@regione.lazio.it

Data: 
Martedì, 16 Luglio, 2024